In questa pagina:
La depressione è
un'alterazione dell'umore, caratterizzata da tristezza di diversa gravità,
senso di solitudine, mancanza di speranza, contrarietà, sensi di colpa e
dubbi.
Alcuni individui possono provare questi sentimenti in modo occasionale,
mentre altri hanno episodi più frequenti o con effetti più durevoli nel
tempo.
La depressione può infatti durare mesi o anni.
L'esordio della depressione può avvenire
in tutte le età, ma i periodi adolescenziali e della prima giovinezza sono
quelli a maggior rischio, soprattutto per le donne.
Gli uomini invece rischiano di maggiormente dai trentacinque ai
quarantaquattro anni di età.
Nella letteratura psicologica, la caratteristica di fondo
alla base dell'organizzazione del processo che conduce alla depressione è
il senso di perdita che accompagna i rapporti di
attaccamento, a partire da quelli con i genitori.
I modelli di attaccamento che possono favorire l'elaborazione di
un'esperienza di perdita sono di diverso tipo.
I più frequenti sembrano essere:
L'esperienza di solitudine che
naturalmente consegue a questi eventi crea non solo la sensazione di essere
deboli ed impotenti, ma aggiunge anche il senso di dover contare
unicamente su se stessi.
La marcata svalutazione di sè, tipica della depressione, produce una
rabbia intensa che viene rivolta contro di sè.
L'emergere della rabbia diventa lo strumento più efficace ed economico per
impedire che la depressione, la tristezza e la disperazione diventino così
intense e dirompenti da risultare distruttive.
Un controllo inadeguato della rabbia, inoltre, ha di solito ripercussioni di
un certo rilievo anche sul modo in cui chi soffre di depressione si
percepisce.
Oltre ad innescare esiti sociali negativi, i soggetti depressi strutturano
un atteggiamento oscillante tra l'autoaccusa e l'autocommiserazione.
Questo spiega l'elevata incidenza di comportamenti autodistruttivi (dal
suicidio all'uso di droghe) in chi soffre di depressione.
Il senso di passività e di impotenza derivante dalla percezione della
propria solitudine, il senso precoce di scarsa amabilità e di inadeguatezza,
svolge sicuramente un ruolo centrale nella tendenza a sviluppare
quell'attitudine verso di sè fatta di continui rimproveri e accuse, così
tipica dei soggetti affetti da depressione.
In altre parole, la caratteristica tipica della depressione è che i soggetti
depressi attribuiscono i fallimenti a se stessi, i soggetti non affetti da
depressione li attribuiscono a fattori esterni.
Gli eventi di vita che sembrano prestarsi più facilmente ad
essere percepiti in termini di perdita o delusione, e quindi in grado di
attivare una depressione nell'età adulta possono essere così schematizzati:
La depressione si caratterizza per il dolore, l'angoscia,
l'incapacità di provare affetto, tutto appare grigio, incolore,
l'espressione è dolorosa, disperata, angosciata con scarsi movimenti, il
pensiero è faticoso e infelice, le decisioni sono difficili da prendere, i
movimenti sono faticosi e lenti, le membra pesano come piombo.
La depressione di per sé è la tristezza insanabile,
senza consolazione, l'infelicità che pervade tutte le ore della
giornata, tutti i giorni della settimana, per diversi mesi o anni. Insorge
senza causa apparente, oppure è sproporzionata, eccessiva rispetto
all'evento che l'ha scatenata.
Spesso le persone che vivono con una persona che soffre di
depressione, pensano che il suo stato di disagio sia dovuto ad una
carenza di forza di volontà, idea spesso condivisa anche dalla
persona depressa.
In realtà la depressione non è in nessun modo una questione di
volontà.
La volontà è, infatti, la quantità di energia psichica di cui il soggetto
può disporre e utilizzare per la realizzazione dei suoi scopi, ma una delle
caratteristiche dell’episodio depressivo acuto consiste proprio nel fatto
che vi è una netta riduzione della quantità di energia psichica a
disposizione del soggetto.
La riduzione quindi della possibilità di utilizzare lo strumento della
volontà è parte integrante della sintomatologia depressiva e non è possibile
puntare su di essa per il superamento della crisi.
La persona depressa riferisce di svegliarsi dopo poche ore di sonno, di non
riuscire più ad addormentarsi e di essere costretta ad alzarsi alcune ore
prima rispetto all’orario abituale; durante i periodi di veglia notturna
pensa incessantemente alle difficoltà della vita e alle colpe del passato.
Nonostante l’insonnia possa essere lieve, il depresso lamenta di non
sentirsi riposato.
In altri casi la fase depressiva può accompagnarsi ad un aumento delle ore
di sonno con ipersonnia, fino a una vera e propria letargia.
La depressione, quindi, non è un'idea o un sentimento
insondabile o comprensibile, ma una malattia.
Come tutte le malattie si riconosce per alcune caratteristiche come la
familiarità, il decorso, l'esito, e dai sintomi che nel loro insieme
alterano le normali funzioni del soggetto ammalato.
Le fluttuazioni dell'umore determinano il desiderio di ritirarsi dalle
attività quotidiane e dall'ambiente esterno.
Parliamo di depressione quando il cambiamento dell'umore comporta tristezza,
avvilimento, malinconia, ma anche ostilità, irritabilità e rabbia, quando
tali alterazioni non sono dovute all'uso o all'abuso di farmaci, droghe,
alcol o ad eventi di vita sfavorevoli e quando si accompagnano a scadimento
dell'abituale prestazione sociale e lavorativa.
Possiamo parlare di depressione se da almeno due settimane:
- Cambiano i sentimenti o le percezioni
le attività della vita non sono più interessanti
o non hanno alcun piacere, diminuisce il desiderio
sessuale, si avvia un vortice dal quale non si riesce ad uscire,
non c'è più speranza, nessuno può fornire aiuto, tutto è
inutile, la tristezza prende il sopravvento, il
pianto non è consolatorio
- Diminuisce la stima di sè
ci si autosvaluta, ci si sente in
colpa in modo non consono alla realtà, non si riesce a
decidere, ci si sente insicuri,
inutili, si pensa alla propria morte e si può pianificare anche
il suicidio
- Cambiano le attitudini e i comportamenti
Le attività che richiedono concentrazione sono praticamente
impossibili da realizzarsi, si assiste ad un rallentamento esagerato del
pensiero, del parlare o dei movimenti o al contrario l'agitazione può
prevalere con incapacità a rimanere seduti o fermi, mancano le energie,
tutto è faticoso, anche attività minime come il vestirsi diventano
noiose potendo richiedere più tempo del normale, non si ha cura del
proprio aspetto e delle proprie responsabilità, subentra l'apatia,
l'insoddisfazione e si ha difficoltà a concentrarsi o
per distrazione o per problemi di memoria
- Compaiono disturbi neurovegetativi i cambiamenti dell'appetito possono determinare aumenti o
perdita di peso anche in poche settimane, il sonno diventa
disturbato con difficoltà ad addormentarsi, o impossibilità di
dormire o con risvegli anticipati, ma può anche capitare
di avere troppo sonno durante tutta la giornata, inoltre calano la
libido e l'energia, compaiono dolori di testa, di schiena, di stomaco,
nausea
Come l'osservazione clinica ha da
tempo messo in evidenza, una depressione tende ad attenuarsi nel tempo.
Anche per quei soggetti che non sono riusciti ad integrare le crisi in
modo accettabile, si assiste di solito al recupero (anche se spesso
incompleto) del controllo sulla maggior parte delle esperienze, man mano
che l'evento che ha generato la depressione si allontana nel tempo.
In una situazione del genere, tuttavia, una depressione si riassesta su
margini più ristretti, e quindi aumenteranno le probabilità che il
soggetto che soffre di depressione attraversi periodi di instabilità non
appena si trovi a dover affrontare situazioni di perdita e/o delusioni
anche minime.
La depressione è una malattia curabile, e i diversi
trattamenti disponibili sono efficaci.
Attraverso la depressione si può imparare a conoscere meglio se stessi e
l'esperienza può rivelarsi utile per il futuro.
Tuttavia, prima dell'avvento delle moderne terapie psicologiche e
farmacologiche, la spontanea risoluzione dei sintomi della depressione
avveniva in un periodo di tempo variabile da circa sei mesi a qualche
anno.
Perciò pensare di poter guarire da soli, fa rischiare di prolungare
inutilmente il tempo della sofferenza.
Anche se costa fatica, fatevi aiutare. Chiedere aiuto non significa
essere deboli.
Quando la depressione è lieve, il paziente può avvantaggiarsi di un trattamento volto all'individuazione e alla comprensione del contesto psicosociale e ambientale circostante e ricorrere alla psicoterapia da sola o in combinazione con farmaci antidepressivi.
Se la depressione è di
gravità moderata o severa bisogna considerare che la terapia
farmacologica consente di risolvere i sintomi più gravi in maniera
abbastanza rapida e la psicoterapia può essere convenientemente
associata.
Il dottor Francesco D'Onghia e la dottoressa Claudia Scarpati sono entrambi psicologi psicoterapeuti, laureati presso la Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma ed iscritti all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio (Roma).
Esercitano a Roma, presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia "EmotivaMente", che ha due sedi:
Contatta liberamente lo Studio di Psicologia e Psicoterapia "EmotivaMente" di Roma
telefonando ai numeri:
D.ssa Claudia Scarpati - 340 8048443
Dott. Francesco D'Onghia - 347 2265998
oppure scrivendo a
[email protected] (D.ssa Claudia Scarpati)
[email protected] (Dott. Francesco D'Onghia)
(Ricorda di inviare il tuo recapito telefonico per essere ricontattato più velocemente)